99 Posse sotto tiro
La Bmg decide di bloccare il video <Comuntwist>. Censura o strategia di marketing? Parla il gruppo
Un che fare? di leniniana memoria si è stampata sulla fronte dei 99 Posse quando la Bmg ha detto <niet>. Ragazzi, nonostante le 50 mila copie vendute del vostro album, La vida que vendrà, quel video comunista proprio non lo lasciamo passare. Questa é solo l’ultima di lunga serie di incomprensioni, diciamo pure «incazzature», tra la Bmg e il suo gruppo più selvatico, che ha firmato per altri cinque album puntando i piedi su questioni non di poco conto: mano libera su tutte le composizioni e cd in vendita non oltre le 29.900 lire. Stavolta é scattata anche la censura? Impossibile pensare che una divertente filastrocca come Comuntwist - <sono comunista e talmente fuori moda che ballo il twist...> - possa dare fastidio alla multinazionale tedesca del disco. E allora? «Direi che il loro problema — spiega Luca «Zulù» dei 99 Posse — era di natura prevalentemente economica, é gente che pensa solo a fare soldi. Ci hanno detto che per loro non aveva senso far uscire un video in estate quando i ragazzi vanno in vacanza, per noi invece un video non é solo un mezzo promozionale ma soprattutto un mezzo espressivo diverso per veicolare alcuni messaggi». E allora? «A quella canzone ci teniamo, il video ce lo siamo fatti da soli». Vediamo. L’hip-hop falce & martello fa girare il vinile e la spirale del tempo si avvita sul grande cinema degli anni Venti, Ejzenstein e Vertov si incrociano con filmati di repertorio, la Storia e lo Sciopero, schiene quinquennali e Lenin che si riflette nel pizzetto di Luca «Zulù» solo un pò più in carne nel profilo scuro, bianco e nero rigato dal tempo anche per la danza dei 99 Posse filmata in quel di Porto Marghera (più realismo di così…) e poi una serie di comparse semiserie prese dalla strada (e anche dalla rassegnata redazione milanese de il manifesto) pronte a giurare che loro sono proprio comuniste, e talmente fuori moda da perdersi in un disperante twist . Il collage frenetico si conclude su una tavola apparecchiata con la bandiera dell’impero che fu, dove una fresca bimba di pochi mesi si agita sull’insalatiera circondata da acquolinici cosacchi pronti ad affondare il coltello. Fine della trasmissione. Lo vedremo in tv, oppure circoleranno solo copie pirata nei circuiti del centri sociali? Antonio Bocola e Paolo Vari, registi indipendenti che si sono prestati e divertiti a far incazzare la Bmg su commissione dei 99 Posse, sono (quasi) convinti che il passaggio televisivo ci sarà. «E’ chiaro che l’idea di Lenin in bianco nero non fa molto Mtv — ammette Bocola — anche se tutta l’operazione é esplicitamente autoironica. Sembra invece che gli uomini di Mtv non siano molto spiritosi, infatti hanno preso il video molto sul serio. Bisogna però tenere presente che i 99 Posse sono forse il gruppo italiano che va per la maggiore e dunque uno dei pochi che può permettersi un’autonomia produttiva senza rischiare di rimanere tagliati fuori dal giro. Staremo a vedere». I tre minuti di Comuntwist sono solo l’antipasto di un sodalizio che darà i suoi frutti il prossimo anno quando uscirà nelle sale Fame chimica, il lungometraggio, un film vero, che i due registi hanno preparato in collaborazione con Luca dei 99 Posse. «Il lungometraggio è già in produzione - spiega Vari - e racconta la storia di alcuni giovani in una periferia milanese. Luca «Zulù» ha scritto tre brani per la colonna sonora e ha curato la direzione artistica. E’ fiction ma esprime tutta la forza del contesto in cui é stata girata, una realtà che avevamo già esplorato in altri lavori precedenti». L’altra novità per i fans dei 99 Posse é in edicola tratta di un cd-rom più un libro, Di come la 99 Posse cadde sulla terra, in vendita da questa settimana insieme a Cuore cult .Niente twist, molti testi e diverse aree tematiche (carcere, resistenza, immigrazione, droghe...) che testimoniano l’impegno sociale dell’unico gruppo militante che tratta alla pari con un colosso dell’industria discografica. «I nostri testi sono già abbastanza espliciti - spiega Luca «Zulù» — ma forse non troppo per quel pubblico sempre più giovane che sta iniziando solo oggi un corso politico. Allora abbiamo pensato che fosse utile fornire dati e informazioni su alcune aree tematiche che ci stanno a cuore. Si tratta di rendere più esplicito l’humus culturale da cui nascono i nostri testi ». Twist compreso .
Luca Fazio
IL MANIFESTO 15/6/00
giovedi 15 giugno 2000
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