Incontro coi 99 Posse, sul palco a S.Giovanni
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Incontro coi 99 Posse, sul palco a S.Giovanni
«Tre morti al giorno, questo è terrorismo» «Non mi avrete mai come volete voi!». Il refrain de “L’anguilla” - che i 99 Posse canteranno il primo maggio a S. Giovanni - si spande “a palla” nell’atmosfera surreale del Villaggio globale, ex mattatoio di epoca umbertina occupato da centro sociale multietnico, zingari, cavalli dei vetturini, e dove i “99” si sono esibiti ieri in occasione del trentennale de “il manifesto”. «Non mi avrete mai come volete voi», cantano al “sound check”, Zulu, Meg, Sacha, Kaja e Jrm e sembra la loro risposta all’ultima polemica sulla par condicio. «Alcuni esponenti di An - spiego a Luca “Zulu” Persico e Marco “Kaja” Pezzotto - in nome della par condicio, chiedono di evitare la diretta tv del “concertone” oppure di farlo svolgere in “libertà vigilata”. Troppe bandiere rosse, dicono, meglio trasmetterlo in differita dopo il 13 maggio, «togliendo le esibizioni di quanti dal palco intenderanno alimentare un clima di odio politico e di violenza». Zaccaria, da parte sua, esorta all’«autocontrollo. Che cosa ne dite?» «Me lo immagino Zaccaria che va a chiedere a qualche ragazzo di sventolare durante il concerto qualche bandiera di An o di Forza Italia…», scherza Pezzotto e poi Zulu esclama: «Ma come! Quello (Berlusconi, ndr) c’ha tre televisioni e ha messo la sua immagine ovunque: la mattina sei costretto a vedere la sua faccia prima ancora di arrivare al bar e prenderti un caffé!». «Certo - riprende Marco - il centro destra sbatte i piedi per qualsiasi stronzata e poi va ad attacchinare illegalmente, invadendo ogni spazio con manifesti che inneggiano alla legalità e alla sicurezza. E la sinistra gli corre dietro, non contrattacca: a Napoli, per esempio, per battere la destra sono costretto a votare per Russo Jervolino, la stessa persona che ha firmato una delle leggi peggiori». «Però - faccio io - il concertone di S. Giovanni, anche senza queste ultime novità, è pur sempre un evento discografico più che politico…». «Ogni volta che si può suonare di fronte a grandi folle, lo facciamo volentieri - continua Zulu - la nostra utopia è di riuscire ad arrivare più lontano di un volantino prodotto dentro un centro sociale. E poi, quest’anno suoniamo con “Pinuccio” (Pino Daniele, ndr) che farà il chitarrista e il coro di “Curre curre guagliò” (oltre a cantare “Evviva o’rre” insieme alla posse napoletana, ndr)». «Però bisogna dirlo - è ancora Zulu a parlare - la Cgil fa una sola cosa ma la fa bene: il concerto del 1°maggio». Ci sono più divergenze che affinità tra la “compagna” Cgil e i “nove-nove” («Quello di S. Giovanni è un concerto e non c’entra nulla con la festa del lavoro») ma, dopo tre anni, sono più che decisi a calcare la scena della piazza simbolo del movimento operaio e lasciare il segno anche stavolta: «Siamo quello che siamo - racconta Kaja - e ce lo rivendichiamo anche se per questo pagheremo dei prezzi». La loro ultima tournée, infatti, ha dovuto registrare l’assenza di uno dei promoter più assidui del gruppo, i ds. «Su 70 date - spiegano - solo una è stata una festa de L’Unità. Questo perché abbiamo detto che non ci sembrava giusto governare con Cossiga e bombardare la Jugoslavia. Quella guerra non è servita a combattere un’ingiustizia, Israele sono 40 che non rispetta le risoluzioni Onu eppure non lo bombarda nessuno». «Mi vivo la contraddizione - aggiunge Zulu - la maggior parte dei gruppi va lì a promozionare il proprio disco e non ha alcuna internità coi problemi dei lavoratori…Il nostro sarà invece un intervento pieno di contenuti». «Che cosa direte del tema scelto quest’anno, la sicurezza sui luoghi di lavoro?». «Ne parliamo sempre - dice Luca - quando ci sono tre morti al giorno nei cantieri e nelle fabbriche e non si fanno leggi speciali anzi si danno sgravi fiscali agli imprenditori, per noi è terrorismo: senza volantini né rivendicazioni ma sempre terrorismo. In una nostra canzone parliamo di un serial killer recidivo». «E poi c’è la forma bestiale del lavoro interinale - interviene Pezzotta - quando la sede napoletana della Adecco (società leader nel lavoro in affitto) è stata devastata dai manifestanti, gli ottanta milioni di danni sono stati detratti dagli stipendi dei dipendenti. E la sinistra, alla rincorsa del centro, dice poco o niente: non sarebbe meglio restarsene dignitosamente all’opposizione?». Il Villaggio globale si comincia ad animare: rifugiati, giocolieri, musicisti, freakkettoni. I “nove-nove” tornano sul palco per altre prove. Forse ci saranno sorprese a S. Giovanni.
Checchino Antonini
LIBERAZIONE - 28/04/01
sabato 28 aprile 2001
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