Sfacciati e impudenti nei vicoli non si vive solo di new economy
|
Sfacciati e impudenti nei vicoli non si vive solo di new economy
Sanno dare fastidio, i 99 Posse. E di questi tempi non é poco. Tempi di new economy, soldi e tecnologia che fanno girare il mondo, telefonini che ti avvertono quando le tue azioni in Borsa calano. Ed ecco che arrivano loro, spacciati, impudenti, a dichiararsi <comunisti>, a fare i video clip (come quello del nuovo singolo Comuntwist), con le immagini di repertorio di Lenin e della rivoluzione d ‘ottobre, pugni chiusi in un bianco e nero sgranato dal tempo. Un video clip che la casa discografica non ha voluto finanziargli che persino Mtv, a sentire loro, non ha voluto programmare. Sanno dar fastidio, i 99 Posse, se qualcuno si sente ancora in dovere di scrivere una lettera di protesta ad un giornale, il Roma, semplicemente perché ha osato dare notizia del loro concerto all’Arenile di Bagnoli. Segno che questo concerto si porta dietro, comunque, un carico simbolico forte, é un pugno, un grido, in mezzo a quel deserto che sembra essere ridiventata la società civile a Napoli. Dovunque in Italia, quando si pensa alla città e a chi ne esprime la protesta in musica, si pensa ai 99 Posse. A differenza di molti altri loro compagni di strada, che hanno voluto confrontarsi con il mercato (é il caso degli Almamegretta) o al contrario hanno scelto di restarne ai margini (vengono in mente gli ottimi Bisca o il bravo Daniele Sepe), Zulù e gli altri sono stati capaci di tenersi stretta la loro identità <antagonista> (e più le cose intorno non cambiano, più la loro rabbia cresce), senza per questo farsi emarginare nel ghetto triste della <musica impegnata>, fuori moda, un pò ’ vecchia. Loro sono l’altra faccia di Napoli, quella che non andrà mai in ginocchio al Palasport per Gigi D’ Alessio, e non solo per una questione ideologica. Rappresentano ancora, in qualche modo, con la loro vitalità e la loro sana incazzatura, quella capacità che Napoli ha ciclicamente dimostrato di sapersi ribellare di saper cambiare, di sapersi reinventare. E’ questa forza creativa, che brucia come gli intestini del Vesuvio, che in passato ha prodotto esperienze come la grande nuova compagnia di canto popolare, Napoli Centrale, di E’ Zezi, Pino Daniele, e tutta la nuova scena, fino ad Almamegretta e 99 Posse e i loro <figli> (24 Grana, Darmadar, Speaker Cenzou). Nell’ underground napoletano, sotto la coltre dei vicoli, qualcosa di nuovo sicuramente é in ebollizione. Ma dovremo attendere, e sperare che con la musica si risvegli anche la società. E intanto magari ingannare l’attesa ballando il Comuntwist.
Alba Solaro
LA REPUBBLICA 24/6/00
sabato 24 giugno 2000
|
SELECT * FROM press ORDER BY data DESC LIMIT 15,15
SELECT * FROM press ORDER BY data DESC LIMIT 30,15
SELECT * FROM press ORDER BY data DESC LIMIT 45,15
SELECT * FROM press ORDER BY data DESC LIMIT 60,15
SELECT * FROM press ORDER BY data DESC LIMIT 75,15
SELECT * FROM press ORDER BY data DESC LIMIT 90,15
SELECT * FROM press ORDER BY data DESC LIMIT 105,15
SELECT * FROM press ORDER BY data DESC LIMIT 120,15
SELECT * FROM press ORDER BY data DESC LIMIT 135,15
|
|
|