Assalti - 99 Posse suoni di rivolta
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Affollato concerto con Lou X al Forte Prenestino
Assalti - 99 Posse suoni di rivolta
ROMA — Sono le due e un quarto del mattino di domenica e il concerto non é ancora terminato. In quattromila, forse più, ballano al ritmo dei napoletani 99 Posse, si infiammano per le liriche dei romani Assalti Frontali, per la poesia di strada del marchigiano Lou X. Nonostante l’ora, al cancello centinaia di persone premono per entrare, ma la musica é agli sgoccioli e in ogni caso nella piazza d’armi del Centro sociale Forte Prenestino di Roma (ormai ben attrezzata per concerti) non ci sarebbe il posto necessario per accoglierli tutti. Non si direbbe, eppure sono passati solo un paio di mesi dall’ultimo concerto di 99 Posse e Assalti Frontali a Roma. Nella tournée che li ha portati fino a questa data conclusiva del Forte, le due formazioni hanno raccolto 11 milioni e mezzo di lire in una sottoscrizione in favore dell’associazione di detenuti di Rebibbia, “Papillon”, la stessa che ha sollevato con più evidenza il problema del sovraffollamento delle carceri. Si pensava a un concerto per i detenuti, ma ancora una volta il permesso é stato negato: così Luca Zulù (99 Posse) e Militant A (Assalti Frontali) hanno potuto soltanto incontrare i detenuti di Papillon (che qualcuno ha pure accusato di fomentare le rivolte nei penitenziari) con il senatore Russo Spena per consegnare il denaro raccolto. Tra un brano e l’altro, nel concerto se ne dà ampio conto; ad un certo punto prende la parola un rappresentante di Papillon per una testimonianza e un ringraziamento, ma si parla anche della spedizione a Praga, dove i 99 Posse avevano portato gli strumenti necessari per un concerto di contestazione ai grandi del G8: anche quello saltato, con i 99 Posse bloccati sul treno fermo alla frontiera della repubblica Ceca per 14 ore. Musica e politica, un binomio inscindibile quando si tratta del rap antagonista di 99 Posse, Assalti Frontali, Lou X, tutti riconosciuti dal mondo dei Centri sociali, tutti in qualche modo in contatto con la multinazionale Bmg. Rappresentano l’antagonismo sociale ma sanno comunicare con tutti. Per il concerto al Forte all’insegna dell’antiproibizionismo (sul palco uno striscione recita: “Il proibizionismo: un serial killer”), ci sono ragazzi che forse non avevano mai messo piede al Forte, comitive di ragazzini di 14 anni che chiedono autografi a Meg, la cantante, e a Luca Zulù dei 99 Posse, forse scoperti grazie ai video passati su Mtv. Aprono gli Assalti con Lou X: pezzi come “Banditi”, “Tutto bene”, ”Cinque minuti di paura”, descrivono esistenze ai margini e periferie meglio di pagine di cronaca, parlano anche al cuore oltre che alla testa, suggeriscono e fomentano uno scontro che é anche voglia di riscatto. Il lungo set dei 99 Posse dimostra ancora una volta la maturità raggiunta dal gruppo: l’ingresso di Meg prima, e di Sasha alle tastiere poi, ha favorito un salto nella qualità sonora della formazione che fa dei 99 Posse uno dei nomi di punta dell’intera scena italiana. Ma una notazione particolare merita Meg, per l’uso della voce e per la presenza scenica.
CARLO MORETTI
LA REPUBBLICA - 2/10/00
lunedi 02 ottobre 2000
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